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Anzano di Puglia

ANZANO DI PUGLIA


Terra di frontiera, crocevia di tradizioni. Il piccolo borgo di Anzano trova la sua identità proprio nell'essere una zona di passaggio. Vocazione espressa già nello stemma araldico, con la strada consolare romana e la "Taverna" che ospitò Orazio nel 20 a.C.

Conta circa 1200 abitanti, ed è caratterizzato da costruzioni moderne che si sviluppano sulle pendici di una vallata, ben amalgamate con il verde paesaggio collinare che le circonda. È situato a 760 m/slm ai confini con la Campania: per questa sua posizione, è appartenuto alternativamente alla provincia di Avellino e alla provincia di Foggia. Nel 1862 appartiene alla provincia di Avellino con il nome di Anzano degli Irpini, mentre nel 1931 ritorna definitivamente alla provincia di Foggia con il nome di Anzano di Puglia.



Anzano di Puglia


La storia

La storia

Il borgo ha origini incerte, anche se i molti ceppi con iscrizioni e i ruderi in pietra lasciano supporre un passato antico e florido.

La "terra" di Anzano di Puglia nasconde preziose tracce del neolitico inferiore, del bronzo finale, resti di vasi sanniti, romani, medioevali, ecc. Nel corso della storia, il paese ha più volte cambiato nome: Anxanum, Avezani, Antianus, Anzanus, Axanto. Il suo nome attuale è di origine romana, si affaccia ufficialmente alla storia nell'841, anno in cui Anzano è parte del feudo dell'immenso territorio che l'imperatore del Sacro Romano Impero e re d'Italia Lotario I (795-855).

Il 10 novembre 1131, nel Diploma di Riccardo questo stesso luogo è nominato, invece, come "Sanctæque Mariæ de Anzano" (Santa Maria di Anzano): "... usque ad paludem que est finis Sancti Petri de Olivola, Sanctæque Mariæ de Anzano" (... fino alla palude che è il confine di S. Pietro Olivola e di Santa Maria di Anzano). Esso si trova su un nodo viario romano, precisamente all'incrocio della via Herculea che si dirigeva a Venosa, con la via Aurelia Hæclanensis che si dirigeva a Herdonia (Ordona): per questa sua posizione, secondo lo studioso Lorenzo Giustiniani, è il vero luogo in cui effettivamente si trova la famosa "Villa Vicina Trivici" (casa di campagna nelle vicinanze di Trevico), in cui soggiornò Orazio nel suo viaggio da Roma a Brindisi (37 a.C.) attraverso la via Aurelia Hæclanensis. Forse per questi motivi, sul suo stemma araldico, è raffigurato un tempio di architettura greca con quattro colonne doriche, attraversato da una strada consolare romana con i basali.

Nel corso dei secoli, i tanti terremoti hanno, purtroppo, distrutto il centro storico e la chiesa madre romanica.

I più recenti sono quelli del 1851, 1910, 1930, 1962, 1980: il terremoto del 1930, oltre a provocare gravi danni, causò la morte di 39 persone, la caduta dell'antichissima chiesa madre in stile romanico a tre navate, la caduta della chiesa di San Donato (non ancora consacrata) e la distruzione di gran parte del centro storico. Con i terremoti del 1962 e del 1980, invece, sono state ulteriormente distrutte tutte le sue testimonianze antiche.

Gli unici beni architettonici rimasti sono da considerarsi i "portali" di alcune abitazioni di proprietà di privati cittadini, tutti concentrati in quel poco che resta del centro storico.

L'intera estensione di un lato del suo territorio è fiancheggiata dal Regio Tratturo "Pecasseroli - Candela", e Anzano ha colto dalla transumanza un'occasione per tessere intensi scambi con l'Abruzzo e le sue tradizioni culturali e gastronomiche.




Da vedere

Da vedere

Le bellezze paesaggistiche e la conformazione collinare rendono Anzano particolarmente adatta a trascorrervi le vacanze estive, specialmente per chi apprezza genuinità, tranquillità e refrigerio, anche se questa è una caratteristica peculiare comune a quasi tutti i paesi interni montani.



Veduta panoramica di Anzano di Puglia



Chiesa di Santa Maria di Anzano



Chiesa di Santa Maria di Anzano
Edificio dalla storia antichissima a cui, a causa dei terremoti, restano poche tracce: l'edificio attuale, infatti, fu ricostruito dopo il terremoto del 1930.

Portali in pietra
La bellezza è nei dettagli, ed ecco allora i prtali in "pietra del Sud", una delle poche espressioni artistiche risparmiate dai terremoti che caratterizzano diverse abitazioni del centro.

Chiesetta di Mastralessio
Graziosa e suggestiva, la chiesa sorge nell'omonima frazione: bellissimi i portali ereditati dalla più antica chiesa di San Donato.

Il Cippo
Una pietra miliare in marmo, nella frazione di Mastralessio, che conserva segreti millenari nella sua epigrafe greca di dubbiosa interpretazione.

Area archeologica
Dal ritrovamento di resti ceramici è sorto in località Riparulo uno scavo archeologico che ha dato alla luce molte testimonianze tardo-romane e paleocristiane.

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